lunedì, novembre 09, 2009

[sgamaskm] [IO, GDS75] 20 anni prima

 


Era il 9 novembre del 1989, ed io avevo 14 anni, abitavo ancora nella nostra vecchia casa nel quartiere di Pianura (allora roccaforte comunista di Napoli) ed ero nel pieno del mio fervore ideologico di giovane comunista, in quel periodo della vita nel quale la politica non ti pare mai applicabile alla realtà che di sembra meschina, squallida, misera e soprattutto piccola rispetto all'enormità di quegli ideali che ti sembrano indiscutibili, quando parlano di uomini tutti uguali, di pari opportunità e di pari dignità.
Poi la storia e la vita quotidiana ti insegnano, nel tempo, che i conti con realtà e con tutte le sfaccettature, soprattutto le più piccole, si devono fare eccome...
e che tutto quella meschinità e quella corruzione (degli ideali) alla fine come l'acqua la propria storia sempre la trovano e gli ideali utopici per quanto belli restano comunque tali.
Eppure quella notte, vissuta da giovane comunista dal pungo sinistro alzato, la ricordo con gioia, ricordo che era chiarissimo che quel che stava succedendo d'avanti alla porta di Brandeburgo era una cosa, bella della quale essere felici, che rispondeva, molti anni prima della politica burocratica, a quella necessità di fratellanza e di condivisone che gli stessi ideali richiamavano ormai solo a parole.
Il mattino dopo c'era la scuola, ma non volevo mancare al primo grande evento storico che coinvolgeva quelli che come me erano nati a metà degli anni settanta.
Anche se da casa, anche se nulla mi toccava personalmente mi sembrava di essere li e di partecipare in maniera viva ed attiva alla storia, in una maniera che appartiene solo a noi, quelli che siamo venuti dopo le grandi guerre mondiali, che la guerra la conoscevamo solo come fredda, e quindi lontana e distaccata, puramente ideologica.
Li sotto a quel muro a sfidare i militari, senza paura che qualche cosa potesse andare male, perchè l'unica intenzione non era quella di conquistare o di distruggere, ma di riunificarsi, di abbracciare chi era li di fianco a noi ma viveva come se fosse su un altro pianeta.
Il muro è stato capace di essere più alto delle catene montuose e più vasto degli oceani, finché non c'è stata la forza di volontà delle persone che hanno reso inutile e di colpo incomprensibile un confine inesistente se non nelle barriere ideologiche fin li inidistruttibili.
La caduta del muro, non ha fatto cambiare in me il modo di intendere la società, su come dovrebbe essere ed invece ancora oggi non è (e quasi sicuramente non sarà mai), ma ha fatto cadere l'ipocrisia di ideologie tenute in vita così, a tenuta stagna, solo per far vivere lo status quo dei governanti che usavano gli ideali come spauracchio militare di odii antichi e spesso incomprensibili specialmente per chi è nato lontano dai periodi di conquiste di territori di nemici che erano tali solo perchè parlavano un altra lingua.
Noi italiani, sappiamo bene cosa vuol dire essere divisi a metà praticamente su ogni principio ideologico, sia esso politico, religioso, sociale, eppure nessuno potrebbe mai immaginare di vivere separatamente dal proprio vicino che la pensa diversamente, che crede più o meno di noi, che affronta la vita diversamente da come la concepiamo... sappiamo convivere ed è questo il vero grande messaggio del 9 novembre 1989 convivere... fino a che non saremo una sola cosa, che poi è quel che siamo ESSERI UMANI!

--
Postato da gds75 su IO, GDS75 il 11/09/2009 07:51:00 PM

__._,_.___
.

__,_._,___